Cibo industriale: cosa contiene?
Leggere l’etichetta e comprendere
gli ingrendienti principali.
La maggior parte delle persone che vive con un animale (sarebbe più semplice usare la parola “proprietario”, ma per via del valore che attribuisco alla vita, proprio non riesco a scriverla!), sceglie per comodità e semplicità di nutrirlo con il cibo industriale: crocchette e cibo umido in scatola, il cosiddetto pet-food.
Quanto sappiamo della sua produzione? Il suo contenuto corrisponde davvero a ciò che le pubblicità ci mostrano, a ciò che crediamo di acquistare? Leggiamo le etichette, ma alcune scritte ai nostri occhi sembrano non essere nemmeno classificabili come cibo.
Per poter imparare a scegliere e distinguere i prodotti di qualità, bisogna partire dagli ingredienti base: carne, cereali e vegetali. In seguito parleremo anche di tutto quello che invece dovrebbe NON essere contenuto!
La legge prevede che tutti gli ingredienti vengano indicati in ordine decrescente secondo alla percentuale contenuta nel prodotto: il primo ingrediente della lista quindi è quello presente in quantità maggiore rispetto ai successivi. Ma le percentuali indicate possono trarre in inganno.
Se prendiamo ad esempio delle crocchette al pollo,solitamente il loro contenuto di carne viene indicato in uno dei seguenti modi:
– Carne di pollo disidratata: contiene solo parti nobili del pollo disidratate.
– Farina di carne di pollo: con il termine farina si intende che la carne viene “riciclata”, cioè non utilizzata allo stato fresco, processo che può alterare o distruggere gli enzimi e le proteine che si trovano nella materia prima.
– Farina di pollo: può contenere tutte la parti del pollo disidratate. Non solo i tranci “nobili”, ma anche ossa e sottoprodotti di lavorazione.
– Pollo fresco (o carne fresca di pollo): la carne viene pesata allo stato fresco, di conseguenza dopo la disidratazione scende nella lista degli ingredienti.
– Pollo: può contenere tutte le parti del pollo, e non sappiamo nemmeno se è inteso come ingrediente fresco o disidratato, di conseguenza la percentuale indicata non ha alcun valore.
– Carni e derivati (pollo 20%): non significa che il contenuto di pollo è pari al 20%, bensì che sul totale di carni e derivati il 20% proviene dal pollo.
Dopo la carne, i cereali rappresentano il secondo ingrediente principale: quasi tutte le crocchette in commercio ne contengono una percentuale che va dal 40 all’85% circa. I cereali servono a far prendere una forma al prodotto, in seguito al processo di lavorazione. Quelli più diffusi negli alimenti secchi sono riso, mais, avena, orzo, frumento, di solito sotto forma di farine: alcuni di questi possono essere causa di intolleranze alimentari, soprattutto per i gatti.
Da non confondere con i cereali sono invece i sottoprodotti vegetali, sostanze economiche (spesso scarti di produzione) che vengono utilizzati come riempitivi. Un esempio di sottoprodotti vegetali che spesso troviamo nelle crocchette sono il glutine di mais e la cellulosa.
Sempre in merito alle percentuali, va considerato che il contenuto di carboidrati viene spesso indicato suddiviso per frazioni. In questo modo, l’acquirente avrà l’impressione che la carne sia contenuta in una quantità più alta. Ad esempio: riso, farina di riso, farina di glutine di mais, polpa di barbabietola, farina di soia, ecc.. Sommando tutte le percentuali corrispondenti, avremo il contenuto reale di cereali.
Infine, vitamine e minerali. Gli alimenti secchi sono prodotti attraverso processi industriali elaborati, che determinano la perdita di molte sostanze preziose, naturalmente contenute nelle materie prime. Per questo motivo dopo la lavorazione degli ingredienti, è necessario fare alcune integrazioni di aminoacidi, vitamine e minerali: ad esempio magnesio, fosforo, calcio, taurina (indispensabile ai gatti).
La quantità adeguata di vitamine e minerali è diversa, a seconda del destinatario delle crocchette: età, specie, razza, stato di salute, determinano differenti esigenze, e solo il vostro medico veterinario di fiducia può darvi delle indicazioni corrette.
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