Germogli, il mio orto in casa
Si fa un gran dire sull’importanza di mangiare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.
Tutto deve essere fresco, di stagione, possibilmente biologico. E mi raccomando, di cinque colori diversi!
Ma come si fa? La verdura va pulita, lavata, tagliata, preparata. E nessuno ormai ha più tempo né voglia per dedicare tante energie alla cucina.
Una breve considerazione, che esula da quali che siano gli ingredienti dei vostri piatti, ma su cui vi invito a riflettere: oggi più che mai c’è bisogno di rivolgere una migliore attenzione a ciò che si mangia, perché il cibo diventi nutrimento fisico ma anche emotivo. È importante ritrovare il tempo per innamorarsi: cucinare, anziché preparare da mangiare; saziarsi con gioia, anziché riempire la pancia. Far sì che la preparazione non sia un dovere o una noia, bensì un’arte, per tornare a scoprire la magia della trasformazione degli ingredienti.
Ho già detto altre volte di essere una persona che apprezza la qualità, la salute, ma anche la praticità. I germogli coltivati in casa sono una delle mie soluzioni: alla fretta, al cibo industriale, a quello fuori stagione, ai superfoods che arrivano dall’altra parte del pianeta. Perché sono buoni, facili, economici, sono subito pronti, non necessitano di tante attenzioni e portano con sé la meraviglia di una vita che nasce!
Iniziamo dalle tante proprietà nutrizionali. Nei germogli troviamo abbondanza di minerali, compresi gli oligominerali come zinco e selenio. Vitamine, acido folico, antiossidanti, e soprattutto la clorofilla, che stimola la circolazione sanguigna, la rigenerazione e l’ossigenazione del sangue, la produzione dei globuli rossi. Serve anche alla digestione dei cibi e all’assorbimento della vitamina A.
Gli enzimi, proteine che avviano le reazioni chimiche, facilitano la digestione e l’assimilazione, intervengono nella regolazione cellulare, sono necessari per le funzioni metaboliche. È importante quindi che gli enzimi siano sempre presenti nella dieta: purtroppo la cottura dei cibi ne causa l’inattivazione. Per questo la loro integrazione con i germogli è molto utile.
Semi e germogli in generale hanno un contenuto energetico molto elevato, una grande quantità di carboidrati che vengono trasformati in zuccheri semplici assimilabili molto velocemente, e sono poverissimi di grassi, che servono invece alla germinazione. I sali minerali ed i diversi oligoelementi contenuti nel seme divengono nel germoglio più facilmente assimilabili, ed aumenta la quota di amminoacidi presente. Le vitamine aumentano fino al doppio rispetto al seme e fino al triplo rispetto alla pianta adulta! Molte varietà di germogli inoltre contengono sostanze anticancerogene non presenti nel seme.
Disintossicanti e depurativi, i germogli sostengono il sistema immunitario, prevengono l’invecchiamento precoce, combattono la debolezza e il deperimento, tengono a bada lo stress.
Fin qui non credo di avervi stupito. Il vero motivo per cui mi piacciono tanto, è che sono di una praticità incredibile: se lasciati nella giusta umidità, i semi germogliano in pochi giorni, dopodiché sono pronti ad essere mangiati così come si presentano. Senza bisogno di fare nulla di più.
Curiosi? Passiamo alla parte pratica: come si ottengono i germogli?
Tutto ciò che vi serve, sono dei semi preferibilmente biologici, e un vaso oppure una coppetta di vetro o ceramica.
Quali semi? Sembrerà incredibile ma praticamente tutti i semi possono essere germogliati, e con semi intendo non solo quelli oleosi (lino, sesamo, zucca, girasole, ecc) ma anche i cereali (riso, orzo, grano saraceno, miglio, amaranto) e i legumi (soia, lenticchie, fagiolo mung solo per dirne alcuni). Forse non ce lo ricordiamo, ma tutte le piante nascono da un seme.
C’è l’imbarazzo della scelta: sono quasi tutte cose che potete trovare al supermercato. Solo alcuni, quelli un po’ più strani, si trovano nei negozi di prodotti biologici. L’importante è che si tratti di semi interi: i legumi non devono riportare in etichetta la scritta “decorticati”, i cereali devono essere integrali e i semi oleosi non tostati.
Ognuno ha un suo gusto particolare, che di solito ricorda quello della pianta adulta. Alcuni vi piaceranno, altri meno. Provatene il più possibile, e trovante l’equilibrio creando il vostro mix preferito.
Per iniziare, i più facili e di maggiore soddisfazione sono le lenticchie (di qualsiasi tipo, purché l’etichetta non riporti la scritta “decorticate”), i fagioli mung (detti anche azuki, li trovate nei negozi di prodotti biologici), e l’erba medica (alfa-alfa).
Prendete i semi scelti e metteteli a bagno in abbondante acqua per tutta la notte (ma anche solo qualche ora va bene). Questa fase non è obbligatoria, ma renderà più veloce la germogliazione.
Ora sciacquate i semi, e metteteli nel vostro contenitore, vaso o coppetta che sia, aggiungendo qualche millimetro di acqua: i semi dovranno essere appena bagnati, ma non immersi! Una o due volte al giorno, ripetete l’operazione. Il risciacquo permette di proteggere i semi da eventuali muffe, e l’acqua rimanente servirà a creare la giusta condizione di umidità per far nascere la vita.
Vedrete dapprima il seme rompere la cuticola esterna, e poi spuntare una piccola fogliolina verde. Poco alla volta la fogliolina diventerà sempre più lunga: nel giro di pochi giorni i germogli saranno pronti per essere mangiati.
I primi due giorni è consigliabile lasciarli al buio (basta coprire il contenitore con un panno). E quando saranno abbastanza lunghi, per fermare la germogliazione basterà metterli in frigorifero.
Quanto devono essere lunghi? Lo decidete voi, in base alle preferenze e alla fretta: tenete presente che il gusto può cambiare con la crescita. Provate ad assaggiare i germogli ottenuti in giornate diverse!
Tutti mi chiedono se è necessario togliere loro la cuticola esterna, uno a uno: assolutamente no! È buona, è ricca di sostanze importanti e soprattutto… Sarebbe una noia, e a noi piacciono le cose facili!
Se poi la cosa vi appassiona, sappiate che in commercio esistono anche dei germogliatori anche poco costosi: in pratica si tratta di vassoi sovrapposti, per produrre diverse varietà di germogli insieme, e dotati di forellini di drenaggio per l’acqua che rendono più pratiche le fasi di risciacquo e irrigazione.
I sapori più particolari sono dati dal grano saraceno (dolciastro, ricco di potassio, calcio e vitamine del gruppo B), rucola, porro, sesamo (al terzo giorno diventa amarognolo), ravanello e senape (sono piccanti!).
Gli unici che vanno evitati sono quelli delle solanacee, quindi patata, pomodoro, melanzana, peperone, in quanto in fase di germogliazione la pianta produce solanina, una sostanza tossica. Vanno evitati anche i germogli che dovessero sviluppare muffe.
E ora mangiateli così, come sono: a crudo da soli, aggiunti ad un’insalata, per accompagnare qualche tartina o leggermente saltati in padella!
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