Premio Terzani
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IO SCELGO DI NON UCCIDERE
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Firenze Per Le Culture Di Pace è un concorso letterario creato con l’obiettivo e la speranza di promuovere e favorire la pace, in ogni sua forma. Organizzato dall’associazione Un Tempio Per La Pace, è dedicato alla memoria di Tiziano Terzani, grande scrittore fiorentino simbolo della scrittura di viaggio e di pace del nostro tempo.
Decine e decine di manoscritti che danno spazio a ricordi di guerra, a storie recenti di immigrati ed emigranti, a sogni di riscatto. Tutti ispirati soprattutto all’assenza di pace. Spaccati di vita quotidiana che testimoniano quanto invece la pace sia una necessità.
Ogni anno viene pubblicata una raccolta con i brani prescelti, e in Racconti per la pace, ed. 2011, troverete anche il mio brano Io scelgo di non uccidere: per la prima volta fra i vincitori viene scelto un brano che ci ricorda quanto il nostro ben-essere dipenda anche dall’ambiente che ci circonda.
Perché ogni guerra nasce in principio dall’isolamento e dalla chiusura, anche mentale, e perché non può esistere Pace finché esistono gerarchie sociali. Finché non saremo persuasi che tutti abbiamo diritto di esistere e vivere con dignità.
Sofferenza, torture, umiliazione, privazioni … quando fatte nei confronti degli animali, non solo sono considerate normali, ma ciò che è peggio sono socialmente accettate.
Sto pensando a laboratori di vivisezione per i nostri farmaci e prodotti cosmetici, ad allevamenti intensivi per il nostro cibo, al razzismo di specie per le nostre comodità.
Sto pensando ad esseri senzienti e pensanti, diversi da noi nella forma e nella lingua, ma non certo nelle sensazioni, nella capacità di provare emozioni ed anche dolore.
Questo brano vuol’essere un modo per sancire invece quel legame, indissolubile e speciale, che ci unisce agli animali che con noi condividono il pianeta, e non solamente la casa.
Non deve essere inteso come una condanna per chi la pensa diversamente, e nemmeno una sentenza definitiva: fortunatamente abbiamo sempre la possibilità di evolvere ed imparare.
Vorrei piuttosto che fosse uno spunto di riflessione, un invito a prendere in considerazione un punto di vista che non sia quello a cui siamo abituati: quello dei più deboli.
Vuole essere anche un ringraziamento a chi non sta con le mani in mano, a chi crede che il mondo si cambia una vita alla volta.
“Ci sono due modi di porci davanti al dolore altrui. Uno è di constatare, ‘Il mondo è orribile’, per poi ritirarci sconsolati fra le nostre quattro mura. L’altro è di dire ‘Sì, il mondo è terribile, quindi voglio cercare di aiutare chi sta peggio di me’.
Presto ci accorgiamo che per quanto dure e scioccanti, le esperienze di questi coraggiosi finiscono per avere un loro risvolto molto positivo. Mescolandosi all’umanità che vive drammaticamente in paesi in guerra, o ai profughi emarginati nel nostro stesso paese, oppure con la terra e gli animali da noi maltrattati, essi si accorgono che accanto al brutto e al triste esiste sempre anche il bello, che bello e brutto vanno di pari passo.
I loro occhi si aprono allora sulla condizione umana nel suo insieme e vedono che non c’è differenza fra i valori di fondo di uomini e animali, razze e culture.
Ritornano così a trovare consolazione nello sguardo di chi è nelle loro cure, nella bellezza di un cielo al tramonto o nella solidarietà che invariabilmente si crea fra chi si impegna per uno stesso scopo. E davanti alla molteplicità con cui la vita d’un tratto gli si para davanti, si sentono richiamati in gioco e tornano a vivere con nuovo entusiasmo.”
(Angela Staude Terzani)
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