Unghie, tiragraffi e comunicazione felina
Tende e divani possono essere salvati. Oppure no?!
«Cosa posso fare se il mio gatto si appende alle tende? Quando vedo che è annoiato inizio con palline e altre cose, perché capisco che vuole giocare, ma certe sere vuole proprio la tenda! L’unica alternativa che ho provato è stato metterlo un po’ in castigo fuori dalla porta, ma non credo sia un’idea geniale. Suggerimenti?» (Sara & Biscotto)
Prima di tutto, impariamo a comunicare. Inutile (e controproducente) mettersi a urlare, così come tenere lunghi e incomprensibili monologhi sul perché il nostro gatto non dovrebbe fare ciò che gli viene meglio: Micio è molto intelligente, ma è improbabile che riesca a seguire il filo logico dei nostri discorsi. Molto meglio un “NO” pronunciato ad alta voce e con tono deciso, e soprattutto detto al momento opportuno, cioè quando riusciamo a coglierlo sul fatto.
I gatti associano la loro azione alla nostra reazione, solo se le due cose avvengono in momenti ravvicinati. Ecco perché non servono le punizioni, le sgridate a scoppio ritardato, i castighi fuori dalla porta o le spruzzate d’acqua (vedi articolo Educazione felina).
In secondo luogo: di nuovo impariamo a comunicare, usando però la LORO lingua. Farsi le unghie non è un’attività ludica, e quindi la tecnica del “Lo distraggo con un gioco” non funziona. Per il gatto, le unghiate sono un comportamento naturale, che serve a affilare gli artigli e mantenerli in buono stato, ma anche per marcare il territorio. Attraverso i segni lasciati sugli oggetti, e i feromoni liberati dalle ghiandole situate tra le dita, Micio sta comunicando!
I segnali visivi e olfattivi lasciati facendosi le unghie, segnalano la presenza di un gatto nel territorio, e vengono di solito praticati vicino alle “zone di isolamento”: luogo di escrezione, di riposo e rifugio, di alimentazione. In questo modo, gli altri gatti evitano il territorio marcato. E se non ci sono altri felini in casa? Non importa, il nemico potrebbe nascondersi ovunque!
Questo naturale comportamento può essere aggravato dallo stress. «Un gatto che inizia a ridecorare brutalmente la casa a unghiate, ha sicuramente le sue buone ragioni. Di solito è la manifestazione di una contrarietà forse provocata dall’impossibilità di isolarsi, da un trasloco, dalla presenza di un nuovo gatto nel vicinato o dalla sovrappopolazione. In questo caso, le unghiate sono sparse per tutta casa, in zone ben visibili, e non hanno nessun rapporto con la zona di isolamento. A volte sono associate ad altre manifestazioni d’ansia (aggressività, marcatura con urina, pulizia ossessiva…). Applicando per diverse settimane feromoni tranquillizzanti nelle zone graffiate, il gatto si tranquillizza e riduce le unghiate. Bisogna anche evitare di punire il gatto, perché questo non farebbe che aumentare lo stress e aggravare la situazione». (Dott. Jean Cuvelier, Dizionario Italiano / Gatto)
La soluzione? Obbligatoria la presenza in casa di uno o più tiragraffi in cui poter sfogare la propria legittima voglia di comunicare! Un buon tiragraffi deve essere stabile, preferibilmente verticale (ma alcuni gatti utilizzano anche quelli orizzontali) e abbastanza grande perché il gatto si possa stirare in tutta la sua maestosa lunghezza. Per renderlo più attraente, sistematelo vicino ai luoghi in cui il gatto dorme e nei punti di passaggio, e nei primi giorni strofinatelo con olive schiacciate, erba gatta oppure con della valeriana.
Una curiosità? Se cambiate tappezzeria o le imbottiture dei mobili, evitate di scegliere motivi a righe verticali: per le proprie unghie, il gatto le troverebbe irresistibili!!
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